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Insegnante di matematica nel giardino della scuola primaria di Lemwig spiega come personalizzare i distanziatori con pattern geometrici (cerchi, triangoli, simboli…), nel nord ovest dello Jutland centrale, Danimarca, aprile 2020

Alcuni mesi fa Alice Foli, insegnante di scuola primaria, ha completato la sua esperienza di tirocinio in Danimarca nel master in Outdoor education a Bologna, sotto la guida della professoressa dell’Università danese Karen Barford, esperta di fama europea in outdoor education and learning.

Sulla base dei primi iniziali riscontri ci sembra rilevante iniziare da subito ad aprire comunque una piccola finestra educativa con la Danimarca, per capire come sono ripartite le scuole primarie e quali suggestioni possiamo iniziare a introdurre nella nostra riflessione in Italia.

Sono stati riaperti nel mese di aprile come sapete dopo Pasqua alcuni servizi educativi e scolastici da 0 a 14 anni:

https://video.repubblica.it/dossier/coronavirus-wuhan-2020/coronavirus-in-danimarca-riaprono-gli-asili-il-racconto-di-una-mamma-mio-figlio-era-felicissimo/358620/359176?ref=RHPPRB-BS-I254601436-C4-P7-S1.4-T1

Una delle prime soluzioni ideate nella scuola primaria è stata quella di dotare ciascun studente di un distanziatore personale, di legno, della lunghezza di due metri.

Udefriskolen_covid19_photo (4)Nella foto la spiegazione dei distanziatori vicino alla cucina all’aperto, nel cortile della scuola di Lemvig, nord ovest dello Jutland centrale, Danimarca, aprile 2020

I bambini li hanno personalizzati seguendo le indicazioni date dagli insegnanti e utilizzando le tempere. Il distanziatore al momento si usa in gruppi di 8/10 bambini, solo quando si fa lezione con un adulto. Tuttavia si vede in alcune foto che viene usato da alcune bambine anche per mangiare sull’erba, sedute su un materassino personale.  Probabilmente è un mediatore che potrebbe risultare utile e smart in differenti modi.

Udefriskolen_2metri_di_distanza (4)Decorazioni del distanziatore personale a Lemwig

“I bambini sono molto belli e cosi creativi, al momento non potendo giocare con nessun gioco condiviso in vicinanza, hanno inventato il lancio della scarpa, vince chi lancia più lontano possibile la propria scarpa” racconta un insegnante della scuola primaria di Lemwig.

Ci sono evidentemente molte importanti considerazioni sui dispositivi di protezione della salute in Danimarca da approfondire; questo aspetto non viene qui trattato, se non per le ricadute immediate e documentate fotograficamente sulla esperienza didattica.

I materassini sono un ulteriore dotazione personale con cui potersi sedere sull’erba e partecipare alle lezione. Non pare essere ad ora una dotazione della scuola, ma del singolo bambino.

Udefriskolen_covid19_photo (23)Nella foto due bambine usano il distanziatore in un momento di relax e non di lezione

In questa immagine compare una struttura a gazebo aperta da due lati, che viene usata come spazio per la didattica. Questo poichè in Danimarca le condizioni meteo sono variabili, anche se si esce sempre. Se piove i bambini stanno comunque fuori con vestiario adatto come si riesce a rilevare in alcune foto (tuta tipo da sci salopet).

All’ingresso della scuola due insegnanti fanno vigilanza, in modo da evitare affollamenti ed assembramenti.Udefriskolen_covid19_photo (3)Nella foto si vedono due dispositivi igienizzanti per le mani all’ingresso, perchè la procedura prevede ad ora di massima una pulizia ogni due ore circa.

Udefriskolen_covid19_photo (6)Si vedono i materassini in cerchio sopra cui siede ogni bambino con il suo zaino; sono 8, stanno facendo lezione nel cortile recintato in cui di solito facevano giochi con la palla

Si fa lezione contemporaneamente in aree differenti e suddivise, sia recintate sia in spazi aperti, ma sempre distanti tra loro, ed in piccoli gruppi con ciascuno un adulto insegnante.

Udefriskolen_2metri_di_distanza (1)Nella foto la decorazione dei distanziatori individuali 

Karen Barford fa formazione nella rete di scuole all’aperto, in cui tutte le insegnanti condividono e documentano le loro esperienze, attraverso un gruppo pubblico su facebook. “Tutti sono consapevoli che non si tratta di una educazione normale, ma di un tempo per esperimenti, approcci diversi all’insegnamento, un piccolo numero di bambini nelle classi e cosi via” ci scrive Barford in questi giorni di apertura delle scuole.

Ovviamente aggiunge Barford  si va a scuola solo se sani, e se i contatti diretti sono sani a loro volta.

“Gli insegnanti sono positivi, e la maggior parte dei genitori lo sono come loro, penso siano ben preparati e pronti per questa nuova situazione di piccolo gruppo e con tanta esperienza di attività all’aperto alle spalle” precisa Karen. “La pressione su di noi e sul Paese non è stata così grande per cui non siamo esausti nè spaventati come in altri paesi”, tra cui in Italia.

Stiamo approfondendo nei nostri contatti con Barford in questi giorni il tema dei servizi danesi per la prima infanzia, con le loro specificità e le loro somiglianze con la scuola primaria, che saranno oggetto di ulteriori articoli su questo sito.

I link utili sono per post e dirette facebook sono: udeskolenet e uderfriskolen.

Note: Avviate in metà dei Comuni del paese e il 35% degli istituti di Copenaghen. Alcune scuole non sono in grado di rispondere alle indicazioni igienico-sanitarie e organizzative date e devono mettersi in regola. Le medie e  i licei riapriranno il 10 maggio.

Danimarca scuole riaperte, ecco le raccomandazioni del governo

Chi può tornare:

– i bambini possono andare a scuola (0-5 gradi) e all’asilo se non mostrano sintomi del coronavirus;

– una persona è considerata sana 48 ore dopo la fine dei sintomi. Successivamente, il bambino può tornare in classe;

– i bambini che vivono con una persona che ha contratto il coronavirus possono accedere all’asilo e a scuola;

– i casi che coinvolgono bambini in gruppi a rischio a causa di malattie croniche saranno valutati individualmente;

Igiene delle mani:

– il personale educativo e insegnante e i genitori devono lavarsi le mani quando arrivano alle istituzioni;

– i bambini e il personale devono lavarsi le mani ad intervalli fissi – almeno una volta ogni due ore – nonché dopo l’uso del bagno, dopo essersi soffiati il naso e prima e dopo aver mangiato.

– il personale deve lavarsi le mani o usare un disinfettante per le mani se si sposta da un’area dell’istituzione all’altra, dopo aver cambiato il pannolino e dopo aver aiutato i bambini a soffiarsi il naso.

Contatto personale:

– i genitori non sono autorizzati a riunirsi all’ingresso. Per evitare ciò, i bambini verranno consegnati a intervalli stabiliti;

– lo stesso vale per le pause pranzo e altre attività orientate alla pianificazione per evitare che molti bambini si riuniscano in gruppi;

– tutti gli assembramenti più grandi devono essere evitati;

– i bambini non sono autorizzati a giocare con bambini di altre aree della scuola;

– si raccomanda che i bambini vengano divisi in gruppi più piccoli durante la ricreazione e altre attività;

– le attività dovrebbero svolgersi all’esterno il più possibile;

– i tavoli per bambini devono essere posizionati a due metri di distanza l’uno dall’altro;

– si raccomanda che vi siano almeno sei mq di spazio libero per bambino nelle strutture di asilo nido e quattro mq per bambino nelle scuole. Tali limiti sono il doppio delle solite raccomandazioni.

Cibo:

– tutto il cibo deve essere servito in porzioni;

– tutti devono essere particolarmente vigili in termini di igiene quando preparano e servono il cibo;

– il cibo non deve essere condiviso.

Pulizia:

– i servizi igienici devono essere puliti almeno due volte al giorno;

– tutte le superfici e i punti di contatto devono essere lavati con sapone liquido e disinfettanti almeno due volte al giorno;

– i giocattoli devono essere lavati almeno due volte al giorno.

Trasporti:

– i trasporti pubblici devono essere evitati durante i viaggi fuori dalla scuola;

– durante il trasporto di bambini in autobus, i bambini devono essere seduti ad almeno due metri l’uno dall’altro.

Link: https://www.today.it/cronaca/scuola-danimarca-italia-riapertura.html

 

articolo a cura di: Alice Foli insegnante,  Corrado Bosello, pedagogista

con il supporto di Marco Iori, pedagogista