Filomena Massaro dirige dalla sua nascita la Rete nazionale delle scuole all’aperto, come istituto scolastico capofila. In questo articolo di Repubblica, curato da Ilaria Venturi, restituisce il dibattito interno alla rete, le preoccupazioni, le speranze, le responsabilità: https://rep.repubblica.it/pwa/locali/2020/05/06/news/da_bologna_l_appello_delle_scuole_all_aperto_non_basta_riaprire_mettendo_gli_alunni_nei_parchi_-255849093/
“Va bene far ripartire la scuola nei parchi cittadini e nei giardini di elementari e medie, ma per fare educazione all’aperto non “basta mettere i bambini in un cortile”. Frena, Filomena Massaro, e al tempo stesso offre il contributo da chi l’outdoor education la sperimenta da anni. Preside di due istituti comprensivi di Bologna, è responsabile della Rete nazionale delle scuole pubbliche che promuovono l’educazione all’aperto, il cui meeting annuale, in video conferenza, sarà il 16 giugno.
Si fa un gran parlare, per la ripresa, di far stare gli alunni all’aperto: perché avete deciso di dire la vostra come rete di scuole con un documento?
“Siamo rimasti sino ad oggi in silenzio, ma visto che tutti ne parlano pensiamo che la nostra competenza possa essere utile. Vogliamo far capire cosa significa educazione all’aperto sperando che questa sia davvero un’occasione per estenderla”.
Cosa significa educare all’aperto?
“Educare all’aperto non è solo stare fuori, è educare alla sostenibilità e alla cittadinanza, è studiare l’ambiente naturale e quello antropico, portare gli alunni a fare esperienze dirette usando tutti i sensi”.
Dunque mettete in guardia dalle semplificazioni?
“È quello che ci preoccupa. Invece questa potrebbe essere una grande occasione da cogliere. Importante è permettere ai bambini di sviluppare un senso di appartenenza al mondo attraverso una relazione continuativa con i luoghi naturali, reali, complessi. Ora, dopo più di 60 giorni in cui sono confinati in casa, questa necessità appare ancora più essenziale. Solo che in questa concitazione, legittima perché si vuole far riaprire le scuole, non si deve dimenticare il come, ovvero che tipo di didattica proporre”.
Che tipo di didattica?
“Portare la scuola fuori scardina l’idea che il luogo deputato all’apprendimento sia l’aula. Dentro e fuori diventano un contesto unico di apprendimento, dunque anche gli spazi interni vanno attrezzati. Mentre quelli fuori necessitano di sedute con tronchi di legno o teloni, per esempio. Alle insegnanti è richiesta flessibilità: non si parte quasi mai dai libri di testo, ma dall’osservazione. Devo far capire la legge di gravità? Farò costruire oggetti o raccogliere pietre e foglie, porterò gli alunni su una collinetta per cronometrare i tempi di caduta. E forse in un’ora non ce la farò, il tempo di apprendimento è lento e molto dipende da come reagiscono i bambini, il flusso tra insegnare e apprendere è continuo”.
Buongiorno, quali sono le modalità di partecipazione online al convegno del 16 giugno? Sono un’insegnante di scuola primaria che lavora all’Ic5 di Bologna. Grazie ________________________________
"Mi piace""Mi piace"
Come si può partecipare al convegno online il 16 giugno?
"Mi piace""Mi piace"